Rugby CS

Irlanda vs Italia: addio sogni

Eccoci qui, risvegliati un po’ bruscamente da un  bel sogno, finito come al solito troppo presto. Questa volta però di fronte ci siamo trovati una squadra tutt’altro che cotta, come sembrava a inizio mondiale. Eppure per un tempo di abbiamo creduto, anche se stavamo dando ascolto alla nostra parte irrazionale di noi, mentre quella razionale ci faceva pacatamente notare che il gioco lo avevano macinato gli irlandesi, noi avevamo tamponato.

Poi si fa male Castrogiovanni. E se fino ad allora la mischia aveva tenuto ed era anche stata, in certi frangenti, superiore, ecco che il meccanismo si spezza. E qui è il primo dei due quesiti che mi sono posto durante la partita: perché non c’è Cittadini in panchina?

Fermo restando che Totò Perugini è un ottimo pilone e gioca sia sinistro che destro, ma perché non contrastare il potente Healy con un pilone altrettanto potente, forse anche di più (Cittadini mi ha semplicemente impressionato in mischia chiusa in questi mondiali)?

L’altro quesito é: Bocchino, era proprio necessario farlo entrare? Ci è costato due mete, praticamente quelle che hanno scavato il solco. Non ho niente contro la persona, ma se dobbiamo valutare il giocatore, mi sento un po’ in imbarazzo. È la testimonianza vivente che ancora in Italia non riusciamo a produrre aperture di rilievo, compresi gli sforzi “accademici”. Speriamo nel futuro, e qui rischiamo di rivivere all’infinito il famoso Giorno della Marmotta.

Comunque la somma del totale è che non abbiamo fatto il passo di qualità. Non lo abbiamo fatto per difficoltà oggettive, abbiamo dei ruoli scoperti, e soggettive, la prestazione del gruppo ha avuto delle defezioni importanti. E non ultimo, l’Irlanda è una squadra in forte crescita.

Arriva un nuovo tecnico, Brunel, che ha lasciato la guida del Perpignan per guidare la nazionale azzurra. Io ho sempre preferito i francesi, sono più vicini al nostro modo di sentire, al nostro temperamento. Ora vediamo se continueremo a rimanere sotto alla sottile linea rossa o la oltrepasseremo, per entrare finalmente nell’Olimpo della palla ovale.

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