Yohei, questa è la seconda volta che vieni in Italia, che differenze ci sono rispetto alla tua prima avventura?
Innanzi tutto rispetto a Roma Parma è una città più piccola, molto meno caotica e ci si vive meglio, è anche un posto molto carino, sono davvero fortunato ad essere venuto qui. Il cibo italiano, poi, è ottimo e a me piace molto, in Giappone, quando posso, mangio cucina italiana. Quattro anni fa ho avuto qualche difficoltà di comunicazione e non sono riuscito ad adattarmi velocemente alla cultura italiana, adesso invece capisco già un po’ l’italiano e sto cercando di migliorare ancora.
Cosa pensi della squadra e della società?
In squadra ci sono molti ragazzi giovani, mi sento quasi come un nonno. C’è molto entusiasmo e, anche se stiamo lavorando molto duramente, c’è sempre allegria e ci si diverte. I tecnici sono molto preparati e hanno organizzato tutto nel migliore dei modi, e la società ci ha messo a disposizione tutto il necessario per lavorare bene.
Qual è il tuo obiettivo in questa nuova esperienza?
Io vorrei riuscire a lasciare un segno nella squadra e nel campionato giocando un buon rugby. Per fare questo metto a disposizione dei due allenatori le mie armi principali che sono la velocità e l’uno contro uno. Voglio poi trasmettere ai miei compagni le esperienze che ho maturato in tanti anni di carriera.
Che differenze ci sono tra il rugby giapponese e quello italiano?
La grande differenza sta nel modo di interpretare il rugby. Gli italiani hanno un pacchetto di mischia molto forte e hanno un gioco molto fisico, noi giapponesi invece cerchiamo di sfruttare maggiormente la nostra velocità.
Che punti in comune trovi tra il rugby nipponico e quello azzurro?
Innanzi tutto in nessuno dei due paesi il rugby è lo sport principale, ma viene dietro altre discipline, anche se sta acquisendo sempre più importanza e l’interesse nel pubblico è sempre maggiore. John Kirwan, che ha allenato anche la nazionale italiana, sta facendo un buon lavoro e ci ha portato a scalare diverse posizioni nel ranking, come è successo all’Italia nel recente passato.