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Sport Doping e Sociologia: la tua opinione

Il Dipartimento di Giurisprudenza, Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università del Piemonte Orientale sta realizzando uno studio sociologico sull’uso di integratori e farmaci per migliorare le prestazioni sportive da parte di atleti/e non professionisti/e nell’ambito della loro attività sportiva.
Si tratta della prima ricerca sociologica che si pone l’obiettivo di studiare le pratiche di consumo di tali sostanze raccogliendo le informazioni da un campione numeroso ed eterogeneo di atleti/e non professionisti/e.
Per raggiungere il nostro scopo, abbiamo bisogno della collaborazione degli atleti e delle atlete che praticano differenti sport, sia a livello individuale che di squadra.  Se sei un/un’atleta non professionista che pratica un’attività  sportiva a livello agonistico, cioè pratica l’attività sportiva  sistematicamente e/o continuativamente e prevalentemente in forme organizzate  (società sportive, enti di promozione sportiva, federazioni ecc., attività  che dunque prevede una qualche forma di “tesseramento”) e sei  maggiorenne, ti chiediamo la disponibilità a collaborare alla realizzazione dello studio compilando un questionario online. Non ci vorranno più di una ventina di minuti.

E’ assolutamente garantito l’anonimato.

Per accedere al questionario online cliccare il seguente link:
http://survey.unipmn.it/index.php/549614/lang-it
Riteniamo che la diffusione del doping tra tali atleti imponga una riflessione che non deve essere relegata esclusivamente al mondo dello sport di elite e professionistico.
In particolare, lo studio sociologico sul doping tra atleti non professionisti potrebbe consentire di mettere a fuoco in maniera più nitida quelle caratteristiche sociali e culturali che contribuisco alla diffusione di tale pratica nella nostra società: mentre il ricorso al doping di un atleta di elite può essere spiegato come semplice esito di una scelta strumentale operata dal singolo atleta per essere più competitivo e vincente,  lo stesso comportamento messo in atto da un atleta amatore, il cui status di sportivo dovrebbe essere ausiliare, pone, secondo noi, interessanti interrogativi al sociologo (nonché a coloro che dovrebbero prevenire e regolare il fenomeno).
Le potenzialità applicative di tale progetto sono considerevoli: l’analisi del consumo, dei meccanismi che possono favorire la sperimentazione di una sostanza dopante e di quelli che possono favorire lo sviluppo di una carriera di consumo, fornirà risultati utili ad elaborare più efficaci strategie di prevenzione finalizzate sia ad evitare che i non consumatori diventino consumatori di sostanze dopanti (prevenzione primaria) sia ad impedire che coloro che hanno provato una sostanza dopante sviluppino motivazioni per continuarne l’uso (prevenzione secondaria).

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