CASTRO VERSO IL CAP AZZURRO NUMERO OTTANTA IL PILONE AZZURRO: “COMPLIMENTI ALL’IRLANDA, MA NOI PENSIAMO ALLA RUSSIA” D’APICE: “LA VITTORIA IRLANDESE? NON CAMBIA I NOSTRI PIANI PER IL MONDIALE” Nelson (Nuova Zelanda) – Martedì sera, al Trafalgar Park di Nelson, Martin Castrogiovanni conquisterà con ogni probabilità la sua ottantesima presenza in maglia azzurra nella seconda gara dei Mondiali neozelandesi contro la Russia. “Castro” partirà per una volta dalla panchina, perché la maglia numero tre sarà sulle spalle di Lorenzo Cittadini, ma pronto a fare il proprio ingresso nella ripresa o in caso di necessità diventando così il pilone destro con il maggior numero di presenze in Nazionale. Un obiettivo individuale che non sembra al centro dei pensieri dell’atleta dei Leicester Tigers, MVP del campionato inglese nel 2006/2007 alla sua prima stagione Oltremanica, determinato a dare il proprio contributo in una partita che l’Italia deve vincere per continuare ad inseguire il traguardo dei quarti di finale: “La vittoria dell’Irlanda sull’Australia non ha cambiato i nostri piani. Gli irlandesi hanno fatto una grande gara, mettendo i Wallabies in grande difficoltà con la mischia: complimenti, ma noi continuiamo il nostro mondiale, proseguiamo sulla nostra strada” ha detto Castrogiovanni. “Con la Russia non sarà facile, dovremo impostare la partita e più di una volta ci siamo complicati la vita in questo genere di situazioni: non dovrà accadere e, anche se i nostri avversari non sono forti come l’Australia, verranno qui a Nelson per lottare. I russi sono giocatori orgogliosi, non si tireranno indietro e noi dobbiamo essere pronti a questo”. “Dovevamo vincere contro Russia e Stati Uniti al di là del risultato di ieri sera – ha fatto eco a Castrogiovanni il più giovane degli avanti italiani, il tallonatore Tommaso D’Apice – e continuiamo ad avere lo stesso obiettivo. Siamo venuti qui pensando a giocare una gara per volta, rimaniamo in questa mentalità. Noi avanti dovremo imporci fisicamente, offrire palloni di qualità ai trequarti per mettere a segno più mete possibile. E’ quello per cui siamo venuti in Nuova Zelanda e non è la vittoria dell’Irlanda ad aver cambiato i nostri progetti”.