CS – Ce.S.In. CUS Torino Rugby:
Al Ce.S.In. CUS Torino arriva anche il 19enne Adriano Nicita. Il nuovo tallonatore Vittorio Lo Faro:«Qui mi sento a casa, anche se sono a 1.500 chilometri dalla mia Catania».
Oggi è scattata la fase 2 del precampionato del Ce.S.In. CUS Torino. Alle ore 6,45 i ragazzi di coach Regan Sue sono partiti per il Villaggio Olimpico di Sestriere, dove rimarranno in ritiro fino a domenica. Dopo Vittorio Lo Faro e Giulio Forte, lunedì si è unito al gruppo anche Gianmarco Baire e ieri è toccato all’ultimo arrivato Adriano Nicita, che a Torino studierà alla Suism. Il 19enne pilone siciliano proviene dal Padua Ragusa di serie C1 ed è considerato un giovane dalla ottime potenzialità. Per quanto riguarda lo straniero, la pista irlandese si è per il momento raffreddata e lo staff tecnico sta valutando vari curricula. Il primo dei nuovi ad aggregarsi alla squadra è stato il tallonatore Lo Faro, che ha già svolto due settimane e mezzo di preparazione al centro sportivo Angelo Albonico di Grugliasco. Il 26enne catanese ha iniziato a giocare a rugby a 12 anni. «Mi ci sono avvicinato, dopo aver praticato nuoto e canottaggio, – ricorda – grazie a mio zio Domenico Marchese, ex atleta nel ruolo di apertura, e a Giovanni Messina, che mi hanno portato alla Zagara. Lì ho fatto tutta la trafila nelle giovanili e nelle varie selezioni regionali e ho esordito in serie C. Ho poi disputato un anno in B, cui sono seguite sei stagioni al San Gregorio, con qui ho conquistato tre promozioni, partendo dalla B e arrivando all’Eccellenza. Nelle giovanili ho sempre giocato centro, poi al San Gregorio il tecnico Orazio Arancio ha scoperto questa mia propensione a fare il tallonatore. Mi ritengo abbastanza bravo tecnicamente, anche con le mani e fuori dalla ruck. Nel mio ruolo, per merito degli insegnamenti di Alejandro Eschoyez, sto migliorando nelle fasi statiche di mischia chiusa, mentre nei lanci da touche mi sento abbastanza tranquillo». La sua decisione di trasferirsi a Torino è stata un po’ una scelta di vita:«Mi sono laureato il 26 luglio a Catania in Ingegneria Civile e volevo frequentare la specialistica in un’Università importante. Mi sono orientato verso il Politecnico di Torino e quello di Milano. Attraverso un amico in comune è poi nato il contatto con Paolo Sacco, che da semplice corrispondenza è diventato qualcosa di più consolidato. A quel punto la scelta era fatta. Studierò per due anni Ingegneria Geotecnica. Il rugby, non posso negarlo, mi piace molto, ma, a meno di giocare in Celtic League o all’estero, è impossibile fare il professionista. In Eccellenza si può guadagnare bene finché si gioca, ma è impossibile mettere da parte dei soldi per il futuro. Io per la mia vita voglio avere garanzie di altro tipo». A Grugliasco è passato dai due allenamenti al giorno del San Gregorio a una seduta serale. «È vero – spiega Lo Faro – ma i ritmi cui ci ha sottoposto subito Regan Sue sono stati intensi. Come tecnico non lo conoscevo, mentre lo avevo affrontato da giocatore quando militava nel Recco. Lo scorso anno ho incrociato anche suo figlio Keanu nelle file del Reggio Emilia. Come allenatore mi piace molto e apprezzo il suo approccio nei confronti della squadra». Anche il rapporto con i compagni è stato subito ottimo:«Non mi hanno fatto sentire l’ultimo arrivato, ma uno di loro. Mi sono sentito a casa, anche se sono a 1.500 chilometri da Catania. Si è creata una bella amicizia con il capitano Francesco Narcisi e la prima settimana ho anche dormito a casa sua. Ora invece vivo con Giulio Forte, uno degli altri nuovi. Essendo catanese come me lo conoscevo già e due anni fa ho anche giocato con lui nel rugby a 13. Sono contento di averlo ritrovato qui». Vittorio è reduce da un’esperienza in Eccellenza, la più bella della sua carriera. «È stato entusiasmante potermi esprimere sul massimo palcoscenico del semiprofessionismo della palla ovale, avendo a che fare con avversarie forti e atleti della Nazionale. Ho collezionato 16 presenze su 18 partite e in dieci occasioni sono partito titolare. La prestazione migliore è stata quella contro il Petrarca Padova vicecampione d’Italia. Lo abbiamo battuto in casa nostra e io ho giocato al massimo. Ho placcato e difeso bene e non ho sbagliato neppure una touche. Sono uscito dal campo veramente soddisfatto». Ora però c’è da pensare al Ce.S.In. CUS e al suo primo anno in serie A. «L’anno scorso – ricorda Lo Faro – ho seguito alcune partite dell’Amatori Catania, che sarà uno dei nostri avversari, e per quello che ho visto qui penso proprio che la salvezza sia alla nostra portata. Dipende solo da noi».
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