LIVORNO. Al ‘Giuriati’ di Milano, il Livorno Rugby ha giocato al di sotto delle proprie possibilità. Rispetto alle buone prove offerte con Udine e Lazio, i biancoverdi sono sembrati, sul terreno dell’Amatori Milano, meno tonici e meno accorti. Un passo indietro evidente. Nel grigiore generale, da salvare la prova del tallonatore Jonathan Salvi (che pure deve migliorare nel lancio delle touches) e del terza ala Andrea Saccà (prezioso il suo rientro alla ‘casa madre’ livornese, dopo cinque anni). Male l’attacco e poco lucide le scelte tattiche della mischia. Da rivedere l’estremo australiano Nick Reily, che, in tutto, ha toccato solo tre volte il pallone. Buona l’organizzazione difensiva. Milano, che si è imposta 13-6, ha tenuto più a lungo il possesso dell’ovale, ma ha trovato solo una volta, a freddo, al 1′ di gioco, la via della meta. In tre partite, il Livorno Rugby ha incassato, in tutto, solo tre mete: una a Udine (quando il vantaggio dei labronici era già piuttosto ampio), una con la Lazio (in situazione di inferiorità numerica, con Mazzantini fuori del campo, per un’espulsione temporanea) ed una, appunto, a Milano (quando ancora si doveva trovare la giusta concentrazione). In occasione delle due sconfitte, i biancoverdi hanno avuto il merito di mantenere il punteggio basso e di cogliere, in entrambe le occasioni, il punto che viene consegnato in caso di passivo inferiore alle otto lunghezze. Quattro le mete siglate dai ragazzi di Guglielmo Prima: tre a Udine, una con la Lazio, nessuna a Milano. In fase offensiva si può fare di più.