La Zhermack cede il passo anche ai veneziani del San Donà. I quali però hanno faticato sicuramente più del previsto prima di raggiungere il loro obiettivo. I polesani non hanno voluto rendersi la vita facile e si sono beccati quattro gialli, uno dei quali sicuramente contestabile e anche un po’ risibile, gli altri tre uno più pacchiano dell’altro.Dal punto di vista della maturità dimostrata in campo quindi, la valutazione per forza di cose deve essere duplice: in campo i giocatori di Tellarini, con tutti i loro limiti e i problemi che affliggono da inizio campionato la formazione, hanno lottato fino in fondo, in inferiorità numerica per quasi tutto il secondo tempo, dopo aver chiuso la prima frazione di gioco in vantaggio di quattro punti, con due mete segnate; una disfatta dal punto di vista caratteriale per i gialli, sintomi evidenti di malessere e di faciloneria. Problemi in mischia, con il pacchetto veneziano che ha fatto valere un maggior affiatamento, cosa che ai polesani manca per ragioni esterne, considerato che Marchetto e Tellarini disputavano la prima partita da titolari della stagione. Tellarini aveva iniziato come titolare anche contro il Mogliano, ma aveva lasciato il campo dopo dieci minuti per uno strappo muscolare. In terza linea mancava lo scozzese Colin White, febbricitante. Di fatto la Zheramck anche questa volta ha regalato qualcosa agli avversari, e la stoica difesa che ha innalzato un vero e proprio muro nel secondo tempo, ha ceduto di schianto al trentaseiesimo, sull’ennesimo attacco degli ospiti. Fiaccati dalla necessità di fare il doppio lavoro per gran parte della seconda frazione di gioco, i polesani hanno alzato bandiera bianca sull’incornata della terza centro Filippetto.
Comunque non è tutto da cancellare, non è necessario buttare il bambino con l’acqua sporca. I margini di miglioramento ci sono e sono stati visti anche in maniera evidente. La squadra ha lottato caparbiamente su tutti i palloni, ma ha commesso quelle leggerezze che hanno consentito all’avversario di rimanere in corsa per la vittoria. La parola d’ordine deve diventare la disciplina. Lo scenario surreale del secondo tempo, quando a un giallo se ne sommava un altro, a causa di falli inutili o di reazioni fuori luogo alle decisioni arbitrali, non deve più ripetersi. Si sono persi tantissimi punti a causa della mancanza di controllo e al fatto che non si rispettano le consegne dell’allenatore. A Udine è il momento di far vedere che la Zhermack merita di più dalla classifica, e che può tornare a vincere.